Si è conclusa la ricerca dell’introvabile tesoro di S.G. che ha visto coinvolte 119 ciurme provenienti da tutti e sette i mari.
La ricerca è stata ricca di emozioni, tanto che ben 3 ciurme si sono avvicinate all’antico tesoro e al nobilissimo titolo di “Re dei Pirati”. La competizione è stata così ardua che per decretare un vincitore si è reso necessario consultare i registri delle imprese marinaresche da loro già svolte.
L’equipaggio ad aver scoperto le coordinate del tesoro e ad aver recuperato il forziere è stato quello formato dai tenaci Cobra del Foligno I°, soffiandolo sotto al naso alle Puma del Perugia 4 e alle Pantere del Ponte San Giovanni 1. La traversata non è stata priva di pericoli, gli imprevisti sono stati sempre dietro l’angolo: i velieri degli equipaggi sono arrivati in ritardo rispetto al Diario di Bordo, rendendo necessario un cambio di rotta rispetto al programma prestabilito; la marinaia Enrica Patrignani del Terni 3 è stata visitata dal medico di bordo per una presunta slogatura alla caviglia, che non le ha tolto però la voglia di combattere per raggiungere l’obiettivo; infine la “Reporter Mobile” ha interrotto la sua corsa tornando alla base con una ruota in meno (si ringrazia il capo del Bevagna per il pronto intervento, n.d.r.).
Nonostante la competitività che ha caratterizzato questi due giorni, non sono mancati momenti di gioco, svago e confronto; le squadriglie, infatti, hanno organizzato un’esposizione in cui si sono raccontate e hanno raccontato le imprese realizzate nel corso dell’anno in preparazione al grande evento. Inoltre i ragazzi hanno sempre rispettato il “Codice d’Onore della Pirateria”, trattando gli altri come fratelli e partecipando alla vittoria dei loro compagni di viaggio, come si è visto con l’enorme “voga” che ha segnato la fine di questa splendida avventura.
Tutti noi vorremmo che certi racconti non finissero mai, purtroppo tutte le cose, anche quelle belle, hanno una fine. Il nostro viaggio finisce qui, ma non sarà l’ultimo: nuove rotte e nuovi tesori attendono solo di essere trovati.
“Portami con te attraverso mari splendenti di zaffiri e argento, tra onde fatte di vento e vele gonfie di avventura. Insegnami la tua canzone: suonerò la musica della libertà dell’anima, mentre il maestrale attraverserà sentieri tra i capelli e asciugherà lacrime dalle guance. Lascia che combatta con te spada alla mano contro navi fatte di regole incomprensibili, troppo strette per noi. Perché noi siamo questo. Pirati”.